L’OGGETTIVISMO DEBOLE DI KANT IN ESTETICA

Autori

  • Gabriele TOMASI

DOI:

https://doi.org/10.36311/2318-0501.2017.v5n1.07.p81

Abstract

Kant sostiene che il fondamento di determinazione dei giudizi di gusto è soggettivo, ossia è un sentimento di piacere o dispiacere. Questo non significa però che egli consideri tali giudizi come soggettivi. Distinguendo fra diversi significati di ‘soggettivo’ e ‘oggettivo’, in questo saggio si cerca di mostrare che attribuire a Kant una concezione soggettivista del gusto – per la quale pure non mancherebbero delle basi testuali – ha delle conseguenze che contrastano con altri aspetti della sua teoria. In particolare non si potrebbe rendere conto della possibilità di discussioni sul gusto, che Kant però ammette. Alla luce di questo dato e soprattutto del riconoscimento, da parte di Kant, di una norma ideale del gusto – il senso comune – si conclude che la concezione kantiana dei giudizi di gusto probabilmente è descritta in modo più appropriato, se la si considera come una forma debole, cioè non worlddirected, di oggettivismo.

Biografia autore

  • Gabriele TOMASI

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Pubblicato

2017-07-14

Fascicolo

Sezione

Artigos / Articles

Come citare

L’OGGETTIVISMO DEBOLE DI KANT IN ESTETICA. (2017). Estudos Kantianos [EK], 5(01). https://doi.org/10.36311/2318-0501.2017.v5n1.07.p81